Informazioni generali

L’Indonesia avrà una nuova capitale

Il trasferimento della capitale

L’Indonesia, il paese più grande del sud-est asiatico, caratterizzato da migliaia di isole vulcaniche, avrà ufficialmente una nuova capitale, dal momento che quella attuale, Giacarta, metropoli da circa dieci milioni e mezzo di abitanti, sta letteralmente sprofondando in acqua. Dopo una prima proposta avanzata nell’aprile del 2019, momentaneamente sospesa a causa dell’emergenza sanitaria legata all’attuale situazione pandemica, il parlamento indonesiano ha deciso, proprio all’inizio di quest’anno, di dare il via libera definitivo al trasferimento. Sia la nuova località sia il nuovo nome sono già stati definiti. La nuova capitale si chiamerà Nusantara, nome che in giavanese, una delle lingue maggiormente diffuse, significa “arcipelago”, considerato il più adatto per rappresentare il paese. Sorgerà da zero sull’isola del Borneo, una località remota a circa duemila chilometri di distanza da Giacarta, in un’area dove attualmente trovano posto foreste tropicali. Circostanza quest’ultima fortemente criticata da diverse associazioni ambientalistiche. È chiaro come una massiccia deforestazione metterebbe seriamente a repentaglio la biodiversità.

Riscaldamento globale e subsidenza

Uno studio condotto dall’Agenzia di ricerca indonesiana è giunto alla conclusione che, senza tempestive contromisure per invertire la rotta e arginare il fenomeno, la capitale potrebbe ritrovarsi tra poco meno di trent’anni con circa il 25% del territorio completamente sommerso. Giacarta affonda a una velocità drammatica: 7,5 centimetri di media ogni anno. Ma gli eventi non accadono mai per casa; soprattutto le città non affondano per caso. Al materializzarsi di un simile scenario ha contribuito la concomitanza di diversi fattori. Tra tutti, la crisi climatica gioca sicuramente un ruolo fondamentale, dato che contribuisce all’innalzamento del livello del mare. Ma troviamo anche la subsidenza, un fenomeno geologico di per sé naturale, ma che viene notevolmente accelerato dalle attività umane. Lo scarseggiare dell’acqua potabile ha portato infatti le amministrazioni che si sono susseguite nel corso degli anni a sfruttare eccessivamente le falde acquifere sotterranee, prosciugandole e contribuendo progressivamente all’abbassamento verticale della superficie terrestre.

I precedenti

La nuova capitale, comunque, salvo sforamenti imprevisti nei tempi di consegna, dovrebbe essere ultimata in tempi record entro il 2024. Il trasferimento durerà, secondo fonti governative, fino al 2045. Per la sua realizzazione verranno impiegati l’equivalente di 28 miliardi di euro, provenienti in buona parte anche da investitori privati, e verranno impegnati, invece, almeno inizialmente, 56 mila ettari di terreno, estendibili probabilmente a 256 mila. L’Indonesia, tuttavia, non è il primo paese di quella parte del mondo a intraprendere una strada così drastica a seguito di alcuni dei motivi menzionati nel paragrafo precedente. In ordine di tempo, la stessa sorte è toccata alla Malesia, la quale, nel 2003, ha trasferito il centro del potere da Kuala Lumpur a Putrajaya; e nel 2006 alla Birmania, la cui capitale è stata trasferita da Rangoon a Naypydaw. Esempi da tenere in debita considerazione, da utilizzare come cartina tornasole per non ripetere in futuro gli errori di gestione commessi in passato.

Fonti:

Francesco Di Raimondo