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Medicina e Benessere

Uno psicologo pagato a carote

Gennaio 29, 2022 /

Il benessere che proviamo nel relazionarci con un animale, svela una realtà molto distante da quella in cui siamo abituati a vivere, una realtà dove avvertiamo una strana “sospensione” di ansia e stress. Esperienza comune a molti di noi, spesso data per scontata. Ma perché succede?

Il cavallo come terapeuta

Nell’immaginario collettivo il cavallo risulta tra i più affascinanti compagni di vita, rappresenta la libertà e la sua grande e mansueta stazza può facilmente trasmettere un senso di protezione verso chi è pronto ad interagire con lui. Questo grande amico non è più considerato solamente all’interno di contesti sportivi o lavorativi ma anche curativi. La riabilitazione equestre può essere considerato un metodo terapeutico globale, cioè una terapia che coinvolge il paziente nella sua sfera fisica e psichica

È l’evidenza scientifica a rassicurarci su quanto questi effetti benefici non siano frutto della nostra immaginazione.

Degli studi condotti da ingegneri ed etologi dell’Università di Pisa hanno mostrato un importante variazione dei battiti cardiaci a seguito dell’interazione tra uomo e cavallo. Spiega Paolo Baragli: “Quello che abbiamo realizzato è uno studio pionieristico – che apre importanti prospettive per quanto riguarda ad esempio la Pet Therapy, e più in generale la comprensione dell’interazione emotiva fra cavallo ed essere umano, alla luce delle attuali conoscenze sull’empatia negli animali e delle tecnologie di bioingegneria oggi disponibili. Sembra che durante l’interazione accada “qualcosa” nell’organismo del cavallo e dell’essere umano dovuto proprio alla qualità di tale interazione e che questo “qualcosa” sia misurabile”.

Lui, noi e il branco

L’importanza degli scambi emotivi tra uomo e cavallo come chiave del successo degli interventi assistiti è sostenuta anche dal  Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli animali (CRN IAA) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe). In natura i cavalli vivono in grandi branchi che riescono a “sincronizzarsi” grazie alla loro intelligenza emotiva, che permette a tutti gli individui di interpretare correttamente le reazioni emotive del prossimo, in modo da gestire eventi di tensione o di coordinamento del gruppo.

A seguito di questo studio è evidente come il cavallo riconosca la persona con cui si relaziona, comportandosi in maniera differente a seconda della familiarità dell’individuo con cui interagisce, riconosce le espressioni facciali riuscendo ad interpretare le emozioni dell’umano con cui si sta relazionando.

L’empatia come terapia.

Durante la terapia il cavallo diventa un mediatore relazionale, agendo spesso come facilitatore sociale, recenti studi provenienti dal dipartimento USA che studia le patologie dei Veterani di guerra hanno anche mostrato l’efficacia di questo animale nella riduzione dei sintomi del disturbo post traumatico da stress che si manifesta con pensieri, sentimenti e sogni inquietanti.

Quando due esseri viventi interagiscono e uno dei due percepisce l’emozioni dell’altro abbiamo un contagio emotivo, ossia l’antenato primordiale dell’empatia. Tramite l’utilizzo di segnali non intenzionali (espressioni facciali, vocalizzazioni, o anche la spontanea ricerca di contatto) i cavalli e le persone hanno reciprocamente sviluppato la capacità di comunicare i propri stati emotivi e di esserne influenzati reciprocamente. Possiamo quindi immaginare i risultati benefici che questi splendidi animali possono permettere di raggiungere anche solo con la loro presenza.

Beatrice Lotto

Fonti:

https://www.cortalhorse.it/cavallo-conduttore-privilegiato-nella-pet-therapy/

https://www.unipi.it/index.php/news/item/8638-cavalli-e-umani-quando-il-cuore-batte-all-unisono

https://www.izsvenezie.it/iaa-cavalli-efficacia-dipende-da-influenza-reciproca-stati-emotivi/

https://prevenzione-salute.it/22908/22908.html

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