Salute e Benessere

SiNAPS – Il nuovo microfono che ascolta il cervello

L’uomo viene spesso definito “la macchina perfetta” e gran parte dei meccanismi alla base di questa definizione è legata all’attività del cervello. Molto sappiamo, ma ancora di più resta da scoprire sul funzionamento di quest’organo straordinario. Il lavoro di una start up italiana potrà aiutarci ad espandere questa conoscenza.

Una struttura straordinaria

Il nostro cervello è costituito da un numero elevatissimo di cellule in grado di comunicare tra di loro grazie a diverse interconnessioni. Si considera, infatti, che siano presenti centinaia di milioni di cellule cerebrali e che ognuna sia in grado di comunicare con circa 10.000 cellule più o meno vicine.

Queste comunicazioni si basano sullo scambio di segnali biochimici che permettono il passaggio di informazioni tra cellule e lo scatenarsi di diverse risposte in base allo stimolo che ha generato la specifica comunicazione.

Seppur la ricerca continua a fare passi avanti nell’esplorazione dei meccanismi cerebrali, molto ancora risulta sconosciuto o non del tutto compreso, complice la difficoltà nell’accedere ad una struttura così delicata.

SiNaps

Dalla start up italiana Corticale, frutto di circa un decennio di ricerche, è stato messo a punto SiNaps (Simultaneous Neural Recording Active Pixel Sensor technology) un dispositivo impiantabile costituito da migliaia di sensori fini come capelli in grado di captare i segnali biochimici alla base della comunicazione delle cellule come un microfono che registri una sinfonia.

Il segnale captato da SiNaps verrà poi trasdotto, ovvero convertito, in informazioni utili a fare luce sui meccanismi ancora nascosti dei circuiti cerebrali, permettendo di identificare le strutture e le modalità comunicative fisiologiche ed evidenziare di conseguenza eventuali alterazioni o anomalie.

Le interfacce neurali

SiNaps rappresenta un esempio di interfaccia neurale, ovvero un mezzo di comunicazione diretta tra il cervello ed un dispositivo, sulle quali sempre più si investe in ambito scientifico.

Questo specifico dispositivo offre possibilità di sviluppo in ambito neuroelettronico che porterà a grossi vantaggi sia per la diagnosi e terapia di malattie neurodegenerative quali l’Alzheimer, il Parkinson o ancora l’epilessia che per la creazione di interfacce neurali uomo-macchina che permetteranno di controllare protesi o esoscheletri in grado di ridare indipendenza motoria ai pazienti con perdita o limitazione della mobilità.

Elena Colombo