Informazioni generali

Meglio “chiudere gli occhi” quando si mangia: allevamenti intensivi

“Mangiare con gli occhi”… è un detto semplice, immediato che corrisponde ad una complessa reazione organolettica che avviene all’interno del nostro corpo quando osserviamo un cibo.

Ma se andassimo ad osservare “il cibo” prima che finisca nel nostro piatto, avremmo ancora fame?

In un mondo sempre più affamato di carne troviamo allevamenti intensivi dove gli animali nascono solo per crescere nel più breve tempo possibile in luoghi sovraffollati e senza luce del sole.

Per esempio, i polli broiler sono brevettati perché in 35-40 giorni crescano e siano pronti per essere macellati: sono animali completamente sproporzionati, con un petto enorme e zampe che non li sostengono. Questo li porta ad avere problemi motori, a non riuscire ad alimentarsi e quindi a sviluppare infezioni, ad ammalarsi e a morire molto più facilmente. La loro carne però è molto economica ed infatti arriva sui nostri scaffali a prezzi irrisori.

Allevamenti intensivi ed epidemie

La diffusione e l’aumento degli allevamenti sono oggi tra le principali cause della diffusione delle malattie di origine animale (zoonosi) e dei passaggi di virus dagli animali all’uomo. Dall’inizio del millennio, Sars, Mers, A/H1N1, Zika ed Ebola hanno dimostrato una presenza sempre più diffusa di virus che fanno il cosiddetto spillover (salto di specie), passando dagli animali all’uomo.

Vediamo alcuni dati: 

  • circa il 75% di tutte le malattie infettive emergenti nell’uomo ha origine dagli animali;
  • 56 zoonosi sono responsabili, nel loro insieme, di circa 2,5 miliardi di casi di malattie umane e di 2,7 milioni di decessi all’anno;
  • la crescente domanda globale di cibi di origine animale può creare, dal punto di vista sanitario, situazioni potenzialmente esplosive; 
  • la selezione genetica, volta a ottenere una crescita rapidissima degli animali e da questi il massimo profitto, ha reso gli allevamenti dei perfetti terreni di coltura per lo sviluppo e la diffusione di nuovi super-virus. Gli animali sono come dei cloni l’uno dell’altro: per questo un agente patogeno può diffondersi tra di loro con grande rapidità;
  • Polli, galline, mucche, maiali, conigli, tacchini: negli allevamenti questi animali vengono tenuti in condizioni di grande vicinanza: le condizioni di sovraffollamento, e il disagio fisico che questo provoca, danneggiano il sistema immunitario di questi animali, rendendoli facili prede di virus e batteri; 
  • il 70% degli antibiotici somministrati in Italia viene usato per gli animali allevati. Questa pratica è pericolosamente associata al fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che è responsabile della morte di migliaia di persone all’anno in Italia, con un’incidenza più elevata rispetto alla media Europea.

Mangiare un etto di prosciutto significa ingerire 0,14 mg di antibiotici. Scegliere un’alimentazione 100% vegetale significa meno animali allevati, e quindi minor sofferenza animale, e meno rischi sanitari anche per te. 

Fonti:

https://www.lav.it/aree-di-intervento/allevamenti-e-alimentazione/allevamenti-bombe-virus

Fabio Colombo