Informazioni generali

Le olimpiadi di Tokyo nel segno dell’ecosostenibilità

I Giochi Olimpici rappresentano da sempre l’evento sportivo più atteso e prestigioso a livello mondiale. Quelli di Tokyo, in particolar modo, oltre a rimanere impressi nella memoria a causa del persistere dell’attuale situazione pandemica, saranno ricordati anche per l’impronta ecosostenibile che ne ha caratterizzato l’organizzazione e lo svolgimento.

Le medaglie riciclate

Un esempio in tal senso, di certo il più rappresentativo, è rinvenibile nelle medaglie olimpiche che abbiamo visto appendere al collo dei migliori atleti in circolazione, emblema dell’eccellenza sportiva e gratificazione per tutti gli sforzi, sia fisici che mentali, sopportati per essere lì, un giorno, sui tre gradini del podio.

Le 5 mila medaglie complessivamente distribuite, infatti, sono state realizzate utilizzando materiali di riciclo, circa 80 mila tonnellate di apparecchiature elettroniche – computer, tablet, televisori – da cui è stato possibile ricavare i materiali necessari per la composizione del medagliere. Tutto questo è stato possibile grazie alla campagna “Tokyo 2020 Medal Project”, un’iniziativa lanciata già nel 2017 e conclusasi nel marzo del 2019 e finalizzata a sensibilizzare la popolazione in possesso di dispositivi non più in uso od obsoleti a donarli utilizzando i vari centri di raccolta appositamente istituiti in diverse aree del territorio giapponese. In questo modo, è stato possibile estrarre circa 32 chilogrammi di oro, 3500 chilogrammi di argento e 2200 chilogrammi di bronzo.

Le altre scelte ecosostenibili

Lo stesso principio di fondo è individuabile nella costruzione del villaggio olimpico, generalmente la spesa più ingente da sostenere quando si parla dell’organizzazione di un’olimpiade, alimentato con energia 100% rinnovabile e per il quale la città di Tokyo ha optato per la tecnica del “Baton”, acronimo di “Building Athletes’ village with Timber Of the Nation”. In altre parole, per la sua realizzazione è stato utilizzato legname proveniente da sessanta città giapponesi le quali, una volta terminata anche l’edizione dei giochi paraolimpici in programma a breve, si vedranno restituito il materiale precedentemente fornito, da poter reinvestire, a quel punto, in attività od opere di interesse pubblico.

Ma non è tutto. Anche le brande destinate ai 18 mila atleti e membri dello staff sono finite al centro dell’attenzione mediatica. Esse sono state realizzate in cartone riciclato, materiale leggero e facilmente trasportabile che permette, quindi, di ridurre le emissione di gas serra. Così come i podi adibiti alla premiazione, per la prima volta nella storia stampati in 3D usando materiale plastico raccolto, in buona parte, anche negli oceani.

Da ultimo, non può non essere menzionato il simbolo per eccellenza dei giochi, la torcia olimpica, prodotta utilizzando l’alluminio recuperato dalle abitazione temporanee costruite a seguito del terremoto del 2011 e la cui fiamma è alimentata da idrogeno pulito.

Fonti:

Francesco Di Raimondo