Nei bandi gara verrà sempre più richiesto (solo per le imprese con un numero di dipendenti superiore a 50) di essere in regola con la redazione dell’ultimo rapporto sulla situazione del personale ai sensi dell’art. 46 del Decreto Legislativo 11 aprile 2006, n. 198 (https://web.camera.it/parlam/leggi/deleghe/06198dl.htm) e produrne copia con attestazione della sua conformità a quello trasmesso alle rappresentanze sindacali aziendali e alla consigliera e al consigliere regionale di parità, ai sensi del secondo comma del citato articolo 46 ovvero, in caso di inosservanza dei termini previsti dal comma 1 , con attestazione della sua contestuale trasmissione alle rappresentanze sindacali aziendali e alla consigliera e al consigliere regionale di parità.
La mancata produzione del rapporto sulla situazione del personale e delle relative attestazioni di trasmissione può costituire causa di esclusione dalla gara, se espressamente esplicitato. Oltre a ciò, come da comunicato dell’ANAC, ci potranno essere: – obblighi in materia di pari opportunità (giovani e donne); – misure premiali per l’attribuzione del punteggio tecnico, – obblighi in materia di lavoro delle persone con disabilità.
La certificazione della Parità di genere (UNI/PDR 125:2022)
A fronte di ciò, anche in virtù del nuovo elemento introdotto nel PNRR che prevede l’incentivazione allo sviluppo di politiche di inclusione e coesione sociale (come, ad esempio, uguali condizioni nei percorsi di carriera, stesso salario a parità di competenze, forme di sostegno alla maternità, etc.), dal 01/01/2022 è stata introdotta la certificazione della Parità di genere, ai sensi della UNI/PDR 125:2022
Le imprese che si certificheranno saranno infatti incentivate tramite un sistema di sgravi e agevolazioni, con la certificazione che fornirà dati comparabili sul grado di gender equality delle aziende e permetterà non solo di riconoscere le realtà più virtuose ma di provvedere eventualmente a specifiche forme di premialità, di natura fiscale ma anche in termini di qualificazione (come i punteggi tecnici) nell’accesso a bandi e fondi.
Agevolazioni concesse per il possesso della certificazione
Alle aziende private che siano in possesso della certificazione della Parità di Genere è quindi concesso per l’anno 2022, nel limite di 50 milioni di euro di capienza, un esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore del lavoro, determinato in misura non superiore all’1% e nel limite massimo di € 50.000,00 / anno per ciascuna azienda, oltre che riparametrato e applicato su base mensile.
Inoltre alle aziende private che, alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento, siano in possesso della certificazione della Parità di Genere è riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, delle proprie proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento e rimborso degli investimenti sostenuti.
Il nuovo paradigma che ogni azienda deve incorporare
Per quanto sopra è evidente che ogni azienda deve incorporare il nuovo paradigma relativo alla parità di genere nel DNA della propria organizzazione e produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo. La UNI/PdR 125:2022, quale riferimento per una certificazione di parte terza, può quindi diventare l’ideale strumento per aiutare le aziende a colmare i gap attualmente esistenti nell’essere conformi a tale paradigma, definendone le linee guida e l’insieme degli indicatori prestazionali (KPI) inerenti le relative politiche.