Salute e Benessere

Enormi scoperte da “micro cervelli”

Il cervello è un organo tanto meraviglioso quanto complesso, che molto ha svelato (ma ancora di più cela) sui propri segreti. Proprio a causa di questa complessità risulta molto difficile identificare le cause di alcune condizioni patologiche. Sempre di più i “micro cervelli” ci aiutano a svelare importanti caratteristiche.

Organoidi cerebrali

Questo è il nome scientifico dei “micro cervelli”, ovvero strutture 3D in vitro che rappresentano la riproduzione in scala ridotta dell’organo cerebrale.

La loro creazione, a partire da cellule staminali di pazienti affetti da particolari patologie, permette di avere un punto di vista del tutto diverso relativamente all’origine delle malattie stesse.

L’utilizzo di modelli animali, infatti, in alcuni casi non permetterebbe di ottenere dati chiari in tal senso a causa delle differenze nella struttura cerebrale o nella tipologia di cellule che caratterizza il cervello umano rispetto a quello animale.

Sclerosi tuberosa

La sclerosi tuberosa rappresenta un ottimo esempio di quanto sopra descritto.

Questa patologia è caratterizzata dallo sviluppo di masse tumorali benigne e dall’insorgenza di lesioni a livello della corteccia cerebrale (i cosiddetti “tuberi”). Opinione diffusa dei gruppi di ricerca era che questa condizione avesse una base genetica, ma il suo studio mediante gli organoidi cerebrali ha permesso di legare la sua insorgenza a problematiche nello sviluppo, in particolare alla proliferazione eccessiva di una specifica tipologia di cellule presenti nel cervello umano.

Questo fatto mette in luce il grande potenziale di questa tecnologia, svelando l’origine di una patologia che non risultava evidente, per limiti specie-specifici, nel modello animale.

Non solo sclerosi

L’utilizzo degli organoidi cerebrali ha dato il proprio contributo nei trial di ricerca di molte patologie che coinvolgono il cervello umano, tra cui la schizofrenia, l’infezione da Zika virus, l’autismo e la sindrome dell’X fragile.

Gli ottimi risultati ottenuti rendono i ricercatori ottimisti sulle potenzialità dei “micro cervelli”, svelando meccanismi patologici ancora sconosciuti e dando una speranza di terapia per quelle malattie ancora senza una cura.

Elena Colombo