Salute e Benessere

Il potere diagnostico della luce

Al mondo c’è poco che diamo scontato più della luce. Ogni mattina iniziamo la giornata con la luce del sole, illuminiamo una stanza semplicemente schiacciando un interruttore e grazie alle torce illuminiamo anche gli anfratti più bui. Ma chi crede che la luce non abbia più segreti si sbaglia. In campo medico, infatti, potrebbe anche salvarci la vita.

Diagnostica e impulsi luminosi

La tecnica diagnostica innovativa che sfrutta gli impulsi luminosi, in associazione a nanosode, si basa sulla capacità di ottenere informazioni analizzando il comportamento della luce.

Sfruttando, infatti, la combinazione di questi due mezzi sarebbe possibile ricavare dati utili nelle fasi di diagnosi di patologie quali tumori o, il morbo di Alzheimer o in generale in quelle situazioni patologiche in cui il target da sottoporre ad analisi sia in profondità e difficile da raggiungere mediante attività di diagnosi “classiche” quali la risonanza magnetica o l’X-ray.

Il principio

L’idea alla base di questa tecnica, sviluppata grazie al lavoro di ricerca effettuato di concerto dall’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), si basa su un modello “spaziale” di comunicazione.

Proprio come per lo scambio di dati attuato nelle missioni aerospaziali Marco Leonetti (Cnr) parla di questa tecnica, descrivendola come la comunicazione che avviene tra un satellite lanciato in orbita e la base Terra. Allo stesso modo, infatti, la nanosonda, delle dimensioni di un capello, sarebbe in grado di raccogliere informazioni sul comportamento degli impulsi luminosi diretti al target da esaminare e di veicolarle poi agli strumenti di misura che le raccoglieranno e interpreteranno.

In questo modo, anche senza ottenere delle vere e proprie immagini, i medici ed i ricercatori sarebbero in grado di sapere cosa accade all’interno dei tessuti, ottenendo le informazioni grazie alla ricostruzione della struttura organica basata sull’angolo di rifrazione della luce.

Le prospettive

Questo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communication*, apre le porte ad una nuova modalità di analisi e diagnosi, che permetterà di ottenere informazioni su punti poco accessibili del nostro corpo eliminando i rischi e le pericolosità legate all’invasività di alcune tecniche o le imprecisioni di tecniche non così sensibili.

Ancora una volta, la luce ci viene in soccorso, aiutandoci a evidenziare situazioni che, se non individuate in tempo, potrebbero compromettere la nostra salute, permettendoci quindi un tempismo ottimale di diagnosi, terapia e, potenzialmente, di guarigione.

Grazie a questa tecnica innovativa che potrà in futuro permetterci di rivoluzionare le analisi diagnostiche in vivo, spesso invasive, come oggi le conosciamo, sarà ancora più vero che “la felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda di accendere la luce”.

Fonti:

* https://www.nature.com/articles/s41467-021-23978-0

Elena Colombo