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La battaglia di Facebook contro le fake news sui cambiamenti climatici

Non solo brutte notizie dal social network più diffuso e discusso al mondo: Facebook si impegna a combattere le fake news sui cambiamenti climatici, partendo dal Regno Unito.

I flag per la verifica delle informazioni

A breve partirà l’esperimento di Facebook per limitare la diffusione di fake news sui cambiamenti climatici attraverso il social network. Il progetto partirà dal Regno Unito per poi estendersi a livello globale.

I post sospetti verranno segnalati attraverso un apposito flag che rimanderà gli utenti al Climate Science Information Centre di Facebook, uno specifico archivio di notizie e informazioni verificate e accertate sull’ambiente.

Il Climate Science Information Centre consiste in un database di notizie, post e informazioni provenienti da organizzazioni certificate e riconosciute come NASA, IPCC, UN Environment Programme, etc., dove l’utente potrà verificare la veridicità delle news pubblicate sul social network.

Al momento, secondo quanto riportato dal Guardian, il social network non ha ancora illustrato i criteri con cui verranno selezionati i post da segnalare con l’apposito flag. L’algoritmo sarà comunque simile a quello utilizzato durante l’ultima campagna elettorale negli USA per identificare i post contenenti potenziali fake news, impiegate per influenzare l’opinione pubblica nella propensione al voto verso l’una o l’altra fazione. Allo stesso modo, i post sospetti sono stati etichettati con appositi flag che rimandavano gli utenti al Voting Information Centre, un database di informazioni e notizie provenienti da fonti super partes come il Bipartisan Policy Centre.

I miti da sfatare

Tra le fake news che Facebook, attraverso il Climate Science Information Centre, cerca di sfatare, vi sono, ad esempio, quelle relative a pensieri e idee comuni errate come:

– il recente riscaldamento è legato a eventi naturali e non è causato dall’attività dell’uomo: FALSO – dopo ampi studi, gli scienziati sono giunti, infatti, alla conclusione, che l’aumento del tasso di riscaldamento globale è legato all’emissione di gas ad effetto serra generati dall’attività umana;

– non è vero che la popolazione di orsi polari si sta riducendo a causa del riscaldamento globale: FALSO – l’aumento delle temperature causato dai cambiamenti climatici che si stanno verificando determina lo scioglimento delle calotte polari che rappresentano una fonte di cibo fondamentale per l’orso polare, causandone la scomparsa;

– l’aumento delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera è positivo per le piante: FALSO – tale concezione presuppone il fatto che le piante necessitano di sola CO2 per sopravvivere; di fatto, l‘aumento dell’anidride carbonica in atmosfera alla base dei cambiamenti climatici causa ondate di calore, periodi di forte siccità, alluvioni, etc. che danneggiano la vegetazione a livello globale;

– i costi delle energie rinnovabili superano quelli dell’energia derivante dai combustibili fossili: FALSO – l’energia solare ed eolica risulta meno costosa dell’energia proveniente da combustibili fossili ormai in molti paesi; senza contare i costi nascosti dell’energia proveniente da fonti non rinnovabili come i costi derivanti dalla gestione dall’inquinamento causato, dagli impatti sulla salute dell’uomo e dagli effetti negativi sull’ambiente.

Sander van der Linden, accademico di Cambridge che ha collaborato al progetto, ha dichiarato al Guardian “La diffusione di dannose falsità mette in pericolo il livello di cooperazione internazionale necessario per prevenire il riscaldamento globale. Facebook si trova in una posizione unica per contrastare la circolazione della disinformazione online e la sezione che sfata i miti è un passo importante per smascherare pericolose falsità”.

Fonte: Lifegate “Facebook combatte le fake news sul clima, nel Regno Unito” – 20/02/2021

E. Landini