Salute e Benessere

Il futuro nella prevenzione dei DMS sui luoghi di lavoro: gli esoscheletri

Il futuro nella prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici sui luoghi di lavoro non è molto distante da quello a cui siamo abituati dai film di fantascienza. Gli esoscheletri sono in grado di fornire una soluzione dove altre misure tecniche e organizzative non sono sufficienti. La strada per un utilizzo su ampia scala è però ancora lunga.

Le tipologie di esoscheletro

Gli esoscheletri dedicati al lavoro sono dispositivi di ausilio indossabili in grado di alleviare il carico fisico sul corpo allo scopo di ridurre il rischio di disturbi muscolo-scheletrici. Si tratta di strumenti utili in quei luoghi di lavoro, dove la progettazione e l’adozione di misure tecnico-organizzative non sono possibili, come ad esempio nei luoghi di lavoro temporanei.

Esistono due tipologie di esoscheletri, gli esoscheletri attivi e gli esoscheletri passivi:

gli esoscheletri attivi utilizzano attuatori per supportare i movimenti umani. La maggior parte degli esoscheletri attivi utilizza motori elettrici, ma ne esistono esempi anche ad azione pneumatica;

gli esoscheletri passivi utilizzano, invece, le forze di ripristino di ammortizzatori per supportare il movimento e ridistribuire le forze applicate allo stesso allo scopo di proteggere specifiche regioni del corpo. Il vantaggio non è dunque dovuto alla fornitura di una forza fisica aggiuntiva ma alla capacità fornita dall’esoscheletro di mantenere posizioni faticose per un periodo di tempo maggiore.

Gli esoscheletri possono essere costituiti da:

dispositivi indossabili e applicabili al corpo umano in grado di integrare la forza esercitata dall’utente potenziandone le capacità personali;

dispositivi di supporto lombare in grado di ridurre il carico nella parte inferiore della schiena dell’utente.

Di recente, c’è stato un crescente interesse nell’impiego di esoscheletri nelle attività professionali con lo scopo di ridurre il carico fisico sui lavoratori che svolgono attività ad elevato impegno fisico, dove soluzioni alternative non sono risultate praticabili. Questi dispositivi vengono, appunto, definiti esoscheletri professionali.

Negli ultimi anni, il mercato degli esoscheletri professionali si è notevolmente ampliato, con la nascita di nuove aziende e prototipi.

In generale, gli esoscheletri professionali possono essere classificati in tre gruppi: esoscheletri inferiori, esoscheletri superiori e a corpo intero. Questi ultimi offrono supporto contemporaneamente alla parte superiore e inferiore del corpo.

Uno strumento ancora poco conosciuto

Sebbene negli ultimi anni sia aumentato considerevolmente l’interesse verso tali dispositivi applicati ad un uso professionale, la strada per l’implementazione nei luoghi di lavoro ad ampia scala è ancora lunga; ciò è dovuto principalmente alla scarsa conoscenza degli effetti che possono derivare dal loro utilizzo e dei reali benefici sui disturbi muscolo-scheletrici.

Da una parte gli esoscheletri, attraverso il supporto fisico prestato ai lavoratori, rappresentano una soluzione per ridurre lo stress sui muscoli, sulle articolazioni, sui legamenti e sulle strutture ossee la cui eccessiva o errata sollecitazione è alla base dei DMS, dall’altra, tuttavia, l’utilizzo di tali dispositivi potrebbe ingenerare nuovi potenziali rischi legati alla ridistribuzione del carico di lavoro su parti del corpo normalmente non utilizzate in assenza dell’esoscheletro.

Un ulteriore aspetto da considerare è rappresentato dal livello di disagio da parte del lavoratore nell’indossare il dispositivo nonché dal rischio connesso al potenziamento dell’attività generata sui muscoli delle gambe o delle braccia.

Gli esoscheletri attivi risultano maggiormente efficaci nella riduzione dei carichi rispetto a quelli passivi ma, proprio in relazione alla struttura e conformazione, risultano anche più pesanti.

Una soluzione alternativa può essere ricercata nei cosiddetti esoscheletri antropomorfi; tali dispositivi, dalle dimensioni più ridotte rispetto agli esoscheletri non antropomorfi, sono caratterizzati da una struttura scheletrica simile a quella del corpo umano e, applicandosi direttamente, sono in grado di adattarsi meglio alle forme del corpo.

Infine, un ulteriore ostacolo è rappresentato dal fatto che ad oggi non esistono standard di sicurezza internazionali per l’utilizzo professionale degli esoscheletri sui luoghi di lavoro.

Insomma, un utile strumento ma che richiede ancora uno studio approfondito.

Fonte: INAIL “Occupational exoskeletons: wearable robotic devices to prevent work-related musculoskeletal disorders in the workplace of the future”

E. Landini