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E-skin – Una questione di pelle

Le vicende sanitarie che si sono sviluppate nel 2020 ci hanno direzionato verso una gestione “da remoto” di moltissime attività. Ormai, questo tipo di impostazione è all’ordine del giorno ed è applicata sia a livello lavorativo che sociale. E se anche la pelle potesse essere sfruttata per comunicare da remoto?

E-skin

Questa possibilità nasce dalla realizzazione della E-SKIN, ovvero una “pelle elettronica” studiata per garantire tutte le funzioni della pelle umana, aggiungendo la capacità di trasmettere dati, tra cui pressione sanguigna, temperatura corporea, livelli di zucchero nel sangue, etc. mediante un meccanismo bluetooth.

Costituita da una base di idrogel contenente dei nanocircuiti, la e-skin mantiene le caratteristiche di elasticità, stabilità chimica e conducibilità elettrica proprie della nostra pelle garantendo, in aggiunta, la sensibilità a calore, pressione e tatto.

Inoltre, sempre come la pelle umana, quella elettronica sarà in grado di rigenerarsi autonomamente se lesionata.

Applicazione

Le applicazioni di questa tecnologia sono molteplici e svariate, andando dalla robotica intesa come creazione di “computer indossabili”, al fitness, alla telemedicina e oltre.

La capacità della e-skin di trasmettere dati relativi a parametri biologici, infatti, può risultare vantaggiosa sia in campo sportivo per il monitoraggio delle condizioni e delle performance in allenamento, che in ambito medico, permettendo di ottenere dati in tempo reale sulle condizioni cliniche dei pazienti, aspetto particolarmente utile in quelle condizioni in cui sia necessario un costante monitoraggio, difficilmente ottenibile mediante visite mediche “classiche”.

Un’altra applicazione rilevante risulta quella legata alla restituzione della capacità sensoriale dei pazienti che utilizzino delle protesi; andando a ricoprirle con la pelle elettronica i soggetti potrebbero recuperare, almeno in parte, il tatto, riducendo ulteriormente l’impatto della menomazione sulla vita di tutti i giorni.

A questo proposito, recentemente è stato sviluppato un prototipo di e-skin in grado di percepire anche il dolore, facendo compiere un notevole passo avanti alla sensibilità ottenuta dalla pelle elettronica che, non solo permetterebbe di percepire una superficie, ma anche di ricavare informazioni precise ed estremamente utili sulle caratteristiche di questo contatto; basti pensare alla differenza che c’è tra toccare leggermente un oggetto appuntito e, invece, pungersi o tagliarsi.

E-green

Oltre alle caratteristiche sopra esposte, la pelle elettronica è stata progettata per essere completamente biodegradabile. Questo obiettivo può essere raggiunto grazie alla sua composizione in idrogel, quindi quasi totalmente a base d’acqua, ed al fatto che non incorpori nessun tipo di batteria.

La e-skin, infatti, si alimenta utilizzando un composto presente nel sudore, ovvero il lattato, che viene sfruttato dalle celle a biocarburante incorporate nella pelle elettronica per attivare una reazione elettrochimica con la quale viene generata la corrente necessaria a mantenerla attiva.

Elena Colombo