Tra le molteplici problematiche che i datori di lavoro hanno dovuto affrontare in questi ultimi mesi, a causa dell’emergenza sanitaria epidemiologica da Covid-19, ha assunto rilevanza anche la gestione dei dipendenti – presenti in azienda – manifestanti sintomi oppure potenzialmente contagiati a seguito di un contatto personale con casi positivi.
In tutti i luoghi di lavoro devono essere rispettate molteplici disposizioni: i Protocolli per gli ambienti di lavoro sottoscritti dal Governo e dalle parti sociali, le linee guida per la riapertura delle attività economiche e produttive nei diversi settori e le misure illustrate nei decreti, tra cui le ultime contenute nel Dpcm 3 dicembre 2020, in vigore dal 4 dicembre al 15 gennaio 2020.
L’azienda ha l’obbligo di informare tutti i lavoratori in merito alle disposizioni delle Autorità sanitarie e sulle modalità e i requisiti di accesso al luogo di lavoro tramite i mezzi che ritiene più idonei (ad esempio cartelli affissi in luoghi visibili della sede aziendale, informative, etc.). Dall’altra parte, i lavoratori hanno l’onere di rispettare tutte le disposizioni e le misure indicate dalle Autorità e dal datore di lavoro allo scopo di prevenire ogni possibile forma di diffusione del contagio.
Di seguito si forniscono alcune indicazioni utili per le diverse procedure da seguire nelle differenti casistiche ipotizzate.
LAVORATORE CON FEBBRE O SINTOMI
– Nel caso un lavoratore si accorga della presenza di febbre o sintomi influenzali o abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19, prima dell’ingresso in azienda, deve informare immediatamente il datore di lavoro, non deve recarsi in azienda, ma rimanere presso il proprio domicilio e contattare nel più breve tempo possibile il proprio medico curante e seguire le sue indicazioni.
– Prima dell’accesso al luogo di lavoro il personale potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea. Nel caso in cui tale temperatura risultasse superiore ai 37.5° C., non sarà consentito l’accesso all’azienda. Le persone in tale condizione saranno momentaneamente isolate e fornite di mascherine, non dovranno recarsi al Pronto Soccorso, ma dovranno recarsi al proprio domicilio e contattare nel più breve tempo possibile il proprio medico curante e seguire le sue indicazioni.
– Lavoratore che durante l’attività lavorativa sviluppa febbre e sintomi respiratori (tosse e difficoltà respiratoria): gli addetti al primo soccorso aziendale, ad integrazione di quanto già stabilito nei piani di emergenza aziendali, dovranno procedere all’isolamento del lavoratore in un luogo lontano dai colleghi. Nei casi in cui non si disponesse di locali da adibire all’isolamento, è possibile utilizzare aree delimitate, chiuse da porte e dotate di aerazione naturale dove il lavoratore possa rimanere il tempo strettamente necessario ad organizzare il trasporto in sicurezza al domicilio. Il lavoratore dovrà contattare immediatamente il proprio medico e seguire le sue indicazioni.
LAVORATORE ENTRATO IN CONTATTO CON PERSONE POSITIVE AL VIRUS
Nei casi in cui un dipendente fosse consapevole di essere entrato in contatto con persone risultate positive al virus, a seguito di test specifico, ha l’onere di segnalarlo all’azienda. In tali casi, i lavoratori non dovranno prestare la loro attività ovvero, se presenti in azienda, dovranno essere allontanati dal luogo di lavoro, così da potersi mettere in contatto con il loro medico di famiglia che adotterà, se necessario, rispettivamente i provvedimenti di isolamento o di quarantena.
LAVORATORE ENTRATO IN CONTATTO CON UN CASO SOSPETTO
Per quanto concerne i contatti stretti di un caso sospetto, la cui positività non è stata confermata da test specifico, da un punto di vista operativo non è previsto alcun intervento. Il lavoratore potrà svolgere normalmente la propria attività con tutte le accortezze necessarie a salvaguardare la propria salute e quella dei suoi colleghi.
Per ulteriori informazioni consultare il sito: www.salute.gov.it/nuovocoronavirus