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Gli effetti benefici del lockdown sulla qualità dell’aria

RSE (Ricerca sul Sistema Energetico), in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha effettuato uno studio sugli effetti del lockdown sulla qualità dell’aria in Lombardia: i risultati ottenuti rilevano un significativo miglioramento legato alla forte riduzione delle emissioni stradali.

Lo studio si è concentrato sulle emissioni di biossido di azoto (NO2), inquinante particolarmente legato al traffico veicolare e pertanto indicatore ideale per correlare gli effetti del lockdown con la qualità dell’aria.

I risultati dello studio

Dal confronto dei dati relativi alle emissioni di biossido di azoto si è rilevata una decisa diminuzione dei livelli di concentrazione, in particolare nel mese di marzo; il legame diretto tra la riduzione dell’inquinante ed il periodo di lockdown è stato rilevato non solo attraverso la mera comparazione dei dati, ma anche attraverso un’analisi dei modelli meteorologici che hanno rilevato condizioni di omogeneità tra il 2018, il 2019 e il 2020.

Dallo studio effettuato, durante il periodo di lockdown si è osservata una riduzione del 30% della concentrazione di biossido di azoto rispetto agli anni precedenti (pari a circa 20 µg/m3) a fronte di una riduzione del traffico veicolare pari o superiore al 70%.

Ciò significa che un sensibile miglioramento della qualità dell’aria è possibile solamente attraverso un massiccio intervento sulla mobilità. A ben poco servono interventi puntuali e limitati territorialmente.

Gli interventi da effettuarsi, come peraltro sottolineato dagli stessi autori dello studio, devono essere importanti e incisivi e coinvolgere un elevato numero di persone, modificando abitudini consolidate ormai nel tempo.

Le azioni da intraprendere

Ben vengano, quindi, le politiche di incentivazione del lavoro agile, favorendo lo svolgimento di attività in smartworking e riducendo così drasticamente le necessità di spostamento quotidiano; il futuro giace nella digitalizzazione.

L’incentivazione del lavoro agile comporta non solo un miglioramento della qualità dell’aria, ma anche una sensibile riduzione dei costi per le aziende (costi legati al mantenimento delle sedi operative, costi legati alla salute e sicurezza sul lavoro, etc.), un aumento della produttività ed un miglioramento dell’ambiente di lavoro, la creazione di un rapporto di fiducia tra colleghi e manager, nonché una maggior consapevolezza del proprio ruolo da parte dei lavoratori ed un miglioramento della qualità della vita legato ad un bilanciamento tra tempo dedicato al lavoro e tempo dedicato alla vita personale: lo smartworking, insomma, conviene a tutti.

Allo stesso tempo, l’incentivazione dell’uso della bicicletta, dei mezzi pubblici e del carsharing, nonché delle auto elettriche, rappresenta sicuramente un ulteriore modalità per un futuro in cui potremo beneficiare di una migliore qualità dell’aria.

Lo studio sarà esteso a breve anche al particolato atmosferico (PM10 e PM2,5), inquinante particolarmente critico e rilevante per la salute, a cui si rimanda a successivi articoli.

Fonte: “Gli effetti del lockdown sulla qualità dell’aria a Milano e in Lombardia” – Autori: RSE – V. Agresti, A. Balzarini, R. Bonanno, E. Collino, F. Colzi, M. Lacavalla; G. Pirovano, G.M. Riva, A. Toppetti; Politecnico di Milano – F. Riva, A. Piccoli

E. Landini