Informazioni generali

Non si ferma l’aumento dei prezzi del carburante

Nuova stangata per famiglie e imprese

Il prezzo del carburante ha toccato nuovi massimi storici, superando, in gran parte dei distributori di tutta Italia, la soglia di due euro al litro, sia per la benzina che per il gasolio, con inevitabili ripercussioni per i cittadini, le famiglie e per il mondo delle imprese. Tanto da richiedere, come vedremo più avanti, un intervento urgente da parte del Consiglio dei ministri volto proprio a fronteggiare l’attuale situazione. Le cause di tutto ciò, a discapito di quanto si potrebbe pensare in un primo momento, sono diverse, e non sono da ricercare esclusivamente nel conflitto bellico che si sta consumando ormai da diverse settimane ai confini dell’Europa orientale tra Ucraina e Russia, legate principalmente all’incertezza generale che si respira intorno all’evoluzione delle ostilità e agli effetti delle sanzioni a medio e lungo termine applicate ai danni di Mosca. Altri fattori, infatti, finiscono per incidere, direttamente o indirettamente, sugli aumenti sulla rete carburanti. I principali possono essere così riassunti.

Da cosa dipende l’aumento

Un aspetto determinante è quello relativo al prezzo del Brent, una miscela derivata dall’unione di più petroli estratti nel Mare del Nord, il quale viene utilizzato come parametro di riferimento mondiale: esso determina, infatti, il 60% dei prezzi sul mercato. Un barile ha raggiunto nell’ultimo periodo i 140 dollari, il valore più alto registrato dal lontano 2008. Di conseguenza, aumentando il prezzo del petrolio, aumenta anche il costo del carburante, che non è altro che il risultato del processo di raffinazione dello stesso. A quanto appena detto bisogna aggiungere, inoltre, la decisione dell’OPEC+, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, di non aumentare la propria produzione, mantenendola fissa a 400 mila barili al giorno, contribuendo a una condizione di scarsità di barili a disposizione. Impossibile non tenere in considerazione, poi, l’elevatissima percentuale di IVA e di accise, le quali acquistano un peso specifico notevole nella definizione del prezzo. Secondo le ultime stime del Codacons, esse “vanno a influire sul 61,9% del prezzo della benzina e sul 58,9% di quello del gasolio” *.

Le misure varate

Come anticipato inizialmente, il governo ha varato un pacchetto di misure per cercare di contrastare gli effetti economici della crisi. In particolare, con il decreto ministeriale del 18 marzo 2022 il Ministero dell’Economia e delle finanze ha proceduto ad alleggerire temporaneamente le aliquote di accisa dovute per i carburanti. La misura, che prevede una riduzione del prezzo di benzina e gasolio di 30,5 centesimi di euro al litro, resterà in vigore fino al trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del decreto; fino al 21 di aprile, quindi. Contraria al provvedimento Confidustria. Secondo la principale organizzazione rappresentativa delle imprese manifatturiere e di servizi il decreto è deludente poiché “non risolve strutturalmente il problema dei rincari dei prezzi energetici” *. Contestualmente, il governo ha concesso alle imprese la possibilità di concedere, sotto forma di agevolazione fiscale, buoni extra carburante ai lavoratori che utilizzano mezzi propri per recarsi sul posto di lavoro.

Fonti:

Francesco Di Raimondo