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Gli infortuni sul lavoro: Il problema è venuto a galla

Complice probabilmente la maggiore attenzione che viene data dalle testate giornalistiche, negli ultimi mesi è venuto alla luce in modo ancora più significativo uno dei problemi aziendali che per molto tempo si è cercato di sopire: la poca attenzione data alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Quali sono le conseguenze?

Gli infortuni sul lavoro

Conseguenza principale della minore attenzione data alla sicurezza nei luoghi aziendali è la seguente: l’aumento esponenziali degli infortuni. Ma cosa si intende per infortunio sul lavoro? Come ormai consolidato, l’infortunio sul lavoro è un danno alla persona che nasce da causa violenta in occasione di lavoro. Per “causa violenta” si intende una situazione improvvisa che arreca danno al lavoratore; a titolo esemplificativo possiamo citare gli sforzi muscolari e l’inalazione di sostanze tossiche. Con l’espressione “in occasione di lavoro”, invece, si intende che il danno causato alla persona è avvenuto nei luoghi adibiti allo svolgimento dell’attività lavorativa.

Tra gli infortuni sul lavoro devono essere considerati inoltre gli infortuni sul lavoro in itinere. In questo modo sono sommati a danni arrecati nei luoghi di lavoro, anche eventuali infortuni che potrebbero presentarsi nel tragitto casa-lavoro. Sono ovviamente escluse eventuali deviazioni del lavoratore per ragioni personali (ad esempio la strada percorsa per portare a scuola i propri figli).

Infine, è importante sottolineare che l’infortunio non va confuso con la malattia professionale. Quest’ultima arreca sì danno alla persona, ma nasce da una causa diluita nel tempo e agisce progressivamente sull’organismo umano.

L’attualità

Sembrerebbe che l’importanza che si dovrebbe dare agli infortuni sul lavoro abbia avuto una rilevante svolta soprattutto nell’ultimo periodo.

È vero che se confrontassimo i dati del 2021 con quelli del 2020 i decessi diminuirebbero del 6,2%, ma il confronto deve essere fatto non senza prendere in considerazione degli accorgimenti. I numeri calcolati nel 2020 sono infatti influenzati dalla pandemia da Covid-19 e molte denunce sono giunte tardivamente.

Alla luce di quanto sopra premesso, non vanno comunque sottovalutati i dati INAIL. Infatti, i dati interpretati e presentati dall’Ente mettono in luce come, già solo nei primi otto mesi del 2021 le denunce per infortuni sul lavoro sono aumentate di circa l’8,5 % rispetto allo stesso periodo del 2020 e quelli mortali sono stati 772,95 in più rispetto alle rilevazioni di luglio 2020.

Come cercare di rallentare la crescita di questi dati? Il Governo sta pensando di rafforzare le sanzioni e, in particolare, vorrebbe promuovere la sospensione delle attività in caso di violazioni delle normative di sicurezza che potrebbero in qualche modo minare la salute dei lavoratori. Solo pochi giorni fa il premier Mario Draghi, dopo che sono stati contati ben 10 morti sul lavoro in sole 24 ore, sta pensando di intervenire imponendo “pene più severe e immediate e collaborazione all’interno dell’azienda per individuare precocemente le debolezze in tema di sicurezza sul lavoro”.

Davanti a dati di tale portata si sta pensando dunque di disporre misure più restrittive per cercare di migliorare la vita nei luoghi di lavoro. Obbiettivo apparentemente non facile se pensiamo che, ad oggi, l’importanza della sicurezza sul lavoro sta passando in secondo piano in quanto vista spesso come costo.

Note:

https://www.inail.it/cs/internet/attivita/prestazioni/infortunio-sul-lavoro.html

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/09/30/inail-772-i-morti-sul-lavoro-nei-primi-otto-mesi-del-2021-crescono-dell85-gli-infortuni-e-del-20-le-malattie-professionali/6337915/

E. De Vecchi